“Con buona approssimazione si può affermare degli
psicopatici che sono dotati di una simpatia superiore alla media che esternano
con ampi sorrisi, quoziente intellettivo molto elevato, enorme autostima e
narcisismo. Sono riluttanti ad assumersi la responsabilità di eventuali errori
commessi, anche di fronte all’evidenza, si annoiano velocemente delle cose che
possiedono o fanno, e mentono, mentono, mentono sempre ed in maniera
compulsiva.”
Chi di voi leggendo questo profilo psicoattitudinale non
individua il proprio capo ufficio, direttore o peggio sindaco quando non
ministro o…?
A togliere il coperchio dal pentolone delle caratteristiche
psico-attitudinali detenute dai principali uomini di potere è stato Job Ronson
con il suo “Psycopath Test” nel quale riporta gli agghiaccianti risultati del
test condotto dallo psicologo canadese Hare su di un gruppo di vertici
aziendali e politici rivelando che il punteggio di psico-turbati potenziali era
superiore alla media.
La percentuale infatti di psicopatici considerata nella
norma fra la popolazione comune non supera l’1% mentre schizza oltre il 4% fra
le persone che detengono potere ed il controllo.
Il problema a mio avviso si porrebbe nel momento in cui un
Amministratore Delegato si presentasse dunque di fronte alle telecamere per
annunciare l’ottimo stato di salute dell’azienda per poi portare i libri in tribunale
qualche giorno dopo, o peggio quando un capo si Stato si ostinasse a decantare
i successi del proprio esecutivo per poi venire declassato o rischiare
addirittura il default.
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